| X secolo |
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961 circa
Il nome di Canelli compare per la prima volta
nell'elenco delle Corti Regie esistenti in Piemonte con
l'appellativo "civitas" e con funzioni di epicentro di un sistema
di sfruttamento fondiario.
992
19 luglio: l'imperatore Ottone III concede ai mercanti astigiani
"...licentia negotiandi ubicumque velint sine contraditione
alicuius hominis... ".
Il diploma dimostra come tra i secoli X e XI esistesse già una
estesa rete commerciale facente capo ad Asti; comprova quindi la
presenza di un sistema viario attraverso cui si svolgevano i
traffici mercantili. |
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XI secolo |
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Inizio
secolo Per difendere una delle
predette rotte commerciali, sorge un castrum a Canelli, col compito
di difendere le strade, che risalendo la valle del Belbo,
conducevano ai porti di Savona e Vado.
Il castello viene edificato sulla sommità del colle detto poi
di "Villanuova", a dominare l'antica corte Ottoniana.
1070
Il Vescovo di Acqui, Guido, concede a Gandolfo di Canelli e ai suoi
figli di edificare nel castello di Canelli una chiesa in onore di
S. Michele. |
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XII secolo |
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1156 Il Papa Adriano IV
conferma ai canonici di Acqui i diritti della loro chiesa tra i
quali il censo della chiesa di San Tommaso di Canelli.
1154 Ansaldo di Canelli vende a favore della
chiesa di S. Leonardo di Canelli due pezze di terra situate in
prossimità della chiesa stessa al prezzo di otto denari
genovesi.
1198
Gli uomini di Canelli e del suo consortile fanno pace con gli
Astigiani e gli Alessandrini. |
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XIII secolo |
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All'interno del castello sorgono diversi
edifici di carattere difensivo od abitativo. Sono documentate
l'esistenza di un "palacium veterum", di una "turris magna", di una
"turris Surdini" e di una "turris Balborum" e di "duos castellos"
tra cui scorreva la via pubblica, di due torri inferiori ed una
"turris metanae", nonché di alcune "camminate", cioè
edifici d'abitazione confortevoli e dotati di camini per
riscaldamento.
1203 I conti d'Acquesana,
fra cui molti Signori di Canelli, cedono ad Alessandria "contile,
loci vel forciam".
1217
Viene ratificata la vendita di Canelli e del suo Consortile fatta
al Comune di Asti.
Il Comune di Asti investe i signori di Canelli di quanto hanno
venduto a detto Comune in Canelli e negli altri luoghi del
Consortile.
Parecchi Signori di Canelli vendono al Comune di Alessandria quanto
posseggono in Canelli.
1223
Gli ambasciatori del Comune di Milano promettono a quello di Asti
che il Comune di Alessandria osserverà i patti stipulati con
esso, tra cui che quanto Asti ed Alessandria posseggono in Canelli
ed altrove, per dono o per vendita, rimanga al Comune che
attualmente lo possiede.
1227 Il Comune di Milano,
arbitro eletto dalle parti, sentenzia che Asti debba restituire
Canelli ad Alessandria.
1232 L'imperatore Federico
Il cassa la sentenza arbitrale pronunciata dal Comune di Milano ed
ordina che Canelli sia restituito dal Comune di Alessandria al
Comune di Asti. |
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XIV secolo |
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Le lotte tra Guelfi e Ghibellini contribuiscono
al degrado del castrum: decadono gli edifici nobiliari che un tempo
lo caratterizzavano; ed il comune di Asti si interessa solamente
alle strutture difensive del castello.
1303
I ghibellini astigiani, dopo la cacciata dei guelfi Solaro, donano
il Castello di Canelli a Raimondo d'Incisa, quale ricompensa per
l'aiuto ad essi fornito.
1304 I De Castello,
ghibellini astigiani, scacciati dalla città per opera dei
Solaro, si rinserrano in alcuni castelli tra cui Canelli.
1307
Il canellese è teatro di sanguinarie battaglie tra Solaro e De
Castello, culminate con la distruzione del "castrum" di
Moasca.
1310
Giacomo di Incisa rimette a Enrico VII la parte del castello di
Canelli avuta in pegno dal Comune di Asti a garanzia di un suo
credito.
1313
Enrico VII investe Amedeo V, della città e della contea di
Asti con le sue dipendenze, tra cui Canelli.
Enrico VII ordina al Comune di Canelli di ubbidire al Conte Amedeo
V, conte di Savoia, conte di Asti.
Enrico VII ordina a Raimondo d'Incisa di consegnare ad Amedeo V,
conte di Savoia, il castello di Canelli.
1335 Il Comune di Asti, con
l'assenso della Società del Popolo, vende Canelli, con
castello e fortificazioni, ad Alessandro e Bonifacio Asinari.
Vengono redatti gli Statuti di Canelli, con molte informazioni
riguardanti l'assetto urbanistico e difensivo del Comune.
1382 Antonio Asinari ed i
suoi figli Secondino ed Alessandro, con altri Signori, chiedono di
essere rimessi in patria e reintegrati dei loro beni, tra cui
Canelli.
Amedeo V, Conte di Savoia e di Asti, investe Antonio Asinari ed i
suoi figli, del castello di Canelli e del suo territorio.
1388
Gian Galeazzo Visconti costituisce in dote a Valentina (sposa a
Luigi d'Orléans) la contea di Asti e le sue pertinenze, tra
cui Canelli, tenute da Antonio Asinari. |
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XV secolo |
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Molte notizie e citazioni inedite
riguardanti Canelli ed il suo castello sono contenute nei "fondi
Orleanesi", cioè i conti dell'amministrazione astigiana dei
Duchi d'Orléans.
1406-1407
Il tesoriere di Asti per il Duca Luigi
d'Orléans registra la spesa per lo stipendio di due successivi
castellani di Canelli.
1413 Sigismondo, re dei
Romani, investe Carlo, Duca d'Orléans, della città di
Asti e delle sue terre tra cui Canelli.
1422
Sentenza arbitrale tra Lodovico Scarampi, castellano di Canelli, e
Pietro di Masio, castellano di Nizza, circa la lite scoppiata tra i
due Comuni per i confini.
1462 Gli
Asinari recedono, al rappresentante del Duca d'Orléans,
Canelli ed il suo territorio, del quale erano stati investiti nel
1447 contro pagamento di 3.000 ducati d'oro. Il rappresentante del
Duca investe di Canelli e del suo territorio Rinaldo Scarampi dei
Signori di Cairo e i suoi due figli, Nicolò e Ludovico, dietro
pagamento della somma di 9.000 ducati d'oro.
1463
Il tesoriere di Asti, per il Duca d'Orléans, dichiara di non
aver esatto nulla dei redditi di Castagnole perché il Duca li
ha assegnate ai fratelli Antonio e Pietro di Ceva, anche per le
riparazioni fatte al castello. |
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XVI secolo |
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1530 L'imperatore Carlo V
investe i fratelli Nicolò e Ludovico Scarampi di Canelli, con
diritto di primogenitura e titolo di Conti.
1531 L'Imperatore Carlo V
concede alla Duchessa Beatrice di Savoia, la contea di Asti,
compresa Canelli, con diritto di trasmissione al primogenito.
1554 Ludovico Scarampi
dichiara di volere che il privilegio da lui ottenuto, unitamente al
fratello Nicolao, dall'imperatore Carlo V nel 1530 con cui abilita
le femmine da essi dipendenti alla successione del contado di
Canelli, debba avere il suo intiero effetto. Revoca quindi
qualsiasi detto o scritto in contrario.
Margherita Duchessa di Mantova conferma le concessioni già
prima per esse fatte in favore di Ludovico Scarampi di Canelli,
relativa all'adozione, subinfeudazione ed istituzione di
primogenitura che detto Ludovico fece in favore di Ambrogio Antonio
Crivelli, suo nipote ex fllia. Tutto ciò per quanto riguarda i
feudi posti nel Monferrato.
1556
Il Duca Emanuele Filiberto investe il Conte Ambrogio Antonio
Scarampi della metà del contado di Canelli e altri
luoghi.
1560
L'imperatore Ferdinando conferma con diploma le concessioni fatte
nel 1530 (dall'Imperatore Carlo V) in favore di Nicolao e Ludovico
Scarampi, mediante le quali veniva eretto in primogenitura e
contado il luogo di Canelli e altre terre.
1575 Il Duca Emanuele
Filiberto concede metà del contado di Canelli al Conte
Ambrogio Antonio Scarampi. |
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XVII secolo |
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1600 Nuova presa di
possesso della metà di Canelli del Marchese Ambrogio Antonio
Scarampi Crivelli dopo la morte della Dama Francesca Maria Scarampa
Valperga.
1601
Il Duca Carlo Emanuele investe il Conte Ambrogio Antonio Scarampi
Crivelli della metà del contado di Canelli, pervenutogli per
la morte della Dama Francesca Maria Scarampa Valperga.
1613 Nell'ambito della
guerra per la "successione del Monferrato" le truppe del Duca di
Nevèrs assediano le fortificazioni canellesi. Dopo una cruenta
battaglia gli assalitori fuggirono respinti dalle poche truppe
savoiarde aiutate in modo determinante dalla popolazione. Il Duca
Carlo Emanuele I per riconoscenza esenta i canellesi dal pagamento
delle tasse per 30 anni.
1615
Il Duca Carlo Emanuele concede l'investitura del marchesato di
Canelli a Carlo Emanuele Scarampi Crivelli.
1616
Il giorno 9 ottobre Canelli è assediata dalle milizie spagnole
al seguito del Marchese di Mortara. Il giorno 11 Canelli cede ai
nemici che si insediano nel castello ed imprigionano il Marchese
Carlo Emanuele Scarampi Crivelli. Le truppe spagnole restarono in
Canelli fino al Maggio del 1617.
1617 Gli spagnoli
smantellano le fortificazioni di Canelli, l'opera di distruzione
dura dal 9 al 19 maggio; il giorno 20 viene minato il castello e
fatto esplodere, ma la distruzione non è totale, tant'è
che l'opera di ripristino ha inizio prima del 1626 "...esso luogo
in questi momenti di guerra si è fortificato, et si sono
reparate le muraglie attorno...".
1634
Il Duca Vittorio Amedeo I concede l'investitura del marchesato di
Canelli e altre terre ad Alessandro Scarampi Crivelli.
1658
Il Duca Carlo Emanuele II concede l'investitura del marchesato di
Canelli e altre terre ad Alessandro Scarampi Crivelli. Il castello
viene saccheggiato dalle truppe allemanne guidate dal conte di
Schenfort.
1671 Transazione circa la
spettanza dei beni feudali lasciati dal fu Alessandro Crivelli
Scarampi Marchese di Canelli.
1685 Il Marchese Carlo
Antonio Crivelli Scarampi di Canelli dona tutti i suoi beni feudali
ed allodiali a Sua Altezza Reale.
1695
Il Conte Carlo Alessandro del Cairo si oppone al passaggio alla
Reale Camera dei Conti dei feudi del Marchese Carlo Antonio
Scarampi Crivelli. |
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XVIII secolo |
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1706 La Regia Camera dei Conti assegna il feudo
di Canelli ai Galleani di Barbaresco. Il primo Galleani ad esserne
investito fu Giangirolamo.
1727 Il Conte Gianfrancesco
Galleani viene investito dal feudo di Canelli.
1745 Giovenale Battista
Galleani viene investito del feudo di Canelli.
1779
Il feudo di Canelli passa a Giulio Camillo Galleani che muore nel
1810.
Con la Signoria dei Galleani ha termine ogni ragione feudale sul
castello e sui beni ad esso appartenenti. Annullati i privilegi
feudali il castello passa in possesso a privati.
Il primo privato cittadino ad acquistare il castello fu il
canellese Conte Bellini, passò poi alla famiglia Parone e da
questa alla famiglia Sardi. Da Gaspare Sardi il castello passò
al senatore Vincenzo Berolini, i cui eredi lo cedettero al Grand.
Uff. Camillo Gancia che negli anni 1929-30 lo fece restaurare
dall'architetto Arturo Midana. |