Carlo Gancia |
La
Nascita Nel corso del XIX secolo in Piemonte si
registrano più tentativi per realizzare un vino spumante
fermentato in bottiglia, nel 1850 Carlo Gancia, fondatore
dell'omonima Casa vinicola, dopo un soggiorno in Francia, inizia a
sperimentare una tecnica di spumantizzazione analoga a quella
utilizzata per gli champagne francesi. Usa, però, un vitigno a
bacca bianca, che produce un'uva dolce e dall'aroma ineguagliabile,
diffuso in tutto il Sud Piemonte: è il "moscato bianco di
Canelli". Dopo una lunga sperimentazione nelle cantine di Canelli,
nel 1865 brevetta per primo il nuovo vino, a Canelli nasce
così il primo spumante italiano.
Carlo
Gancia nacque nel 1829. Affiancando
costantemente il padre nelle operazioni di cantina, attirato e,
nello stesso tempo, affascinato dall'abilità con cui il
genitore e maestro riusciva a trasformare i grappoli e gli acini in
vino, con il passare degli anni trasformò questa attività
in vera e propria passione.Carlo formulò una nuova
ricetta per l'affinamento del gusto e dell'aroma di un vino
liquoroso allora molto di moda: il vermouth. In seguito decise di
recarsi in Francia per impadronirsi dei segreti e delle tecniche di
lavorazione degli champagne, stabilendosi a Reims. Ripercorrendo
direttamente sul campo tutti i processi che permettevano la
realizzazione del prodotto, Carlo si appropriò dei segreti e
delle tecniche del metodo classico di lavorazione degli champagne,
denominato dai francesi "champenoise". Nel 1850
tornò in Italia per poter iniziare gli esperimenti che
potessero rendere realizzabili le sue intuizioni: adattare il
modello di vinificazione francese all'uva moscato che presentava
caratteristiche simili al pinot.
Coadiuvato dal fratello Edoardo, Carlo affittò una vecchia
cantina a Chivasso, luogo strategico di passaggio ferroviario, che
diventò ufficialmente la Casa di produzione "Fratelli Gancia"
nel 1850.........(approfondimenti http://www.gancia.it/it/carlo_gancia.php |
Canelli nell'800 |
Il
Luogo Canelli fu il luogo ideale per la nascita
dell'industria spumantiera. Qui, già tra la fine del
Settecento e gli inizi dell'Ottocento, erano attivi importanti
commercianti di vini con grandi cantine e magazzini, ma che
possedevano, soprattutto, le conoscenze giuste per "piazzare" il
nuovo prodotto sulle tavole italiane estere. |
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Cos'é
Lo spumante è un vino che ha la caratteristica, a differenza
dei vini "fermi", di presentare una spuma costituita da fini
bollicine dovute alla sua rifermentazione naturale. Il processo, a
seconda dei metodi di spumantizzazione, si può svolgere in
bottiglia o in appositi contenitori d'acciaio. |
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I metodi di
produzione Trascurando l'immissione artificiale
di anidride carbonica che produce prodotti di bassa qualità, i
metodi utilizzati per la spumantizzazione sono essenzialmente
due:
- il metodo Classico che consiste in
una lentissima rifermentazione in bottiglia seguita da una
prolungata maturazione dello spumante a contatto con i lieviti
speciali e selezionati che favoriscono la produzione di anidride
carbonica (CO2). ....ulteriori informazioni....
- il metodo Martinotti analogo al
metodo Classico ma che utilizza per la rifermentazione grossi
recipienti a pressione costante e controllata. ....ulteriori informazioni.... |
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L'Asti
L'Asti spumante o semplicemente "Asti", è lo spumante dolce
italiano più conosciuto e venduto al mondo.
Ogni anno, a seconda delle rese, se ne commercializzano dai
70 agli 80 milioni di bottiglie in tutti e cinque i
continenti. Viene prodotto solo ed esclusivamente con
l'uva del vitigno denominato "moscato bianco di Canelli", coltivata
in un'area precisa e indicata nel disciplinare della d.o.c.g., la
denominazione d'origine controllata e garantita, compresa tra le
province di Alessandria, Asti e Cuneo dove sono i 52 Comuni della
zona classica. |
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Quando berlo
Ogni occasione per gustare uno spumante è buona:
dall'aperitivo a tutto il pasto, al fuori pasto. Molti spumanti
sono anche ottime basi per cocktail e long drinks.
Servizio e
Temperatura La temperatura di servizio dello
spumante è importante. Quella ideale è tra i 5 e i 6
gradi centigradi. La bottiglia va stappata con attenzione in
considerazione della pressione che il gas prodotto dal vino
esercita sulla base del tappo. Mai fare saltare il tappo ma
accompagnarne la fuoriuscita con la mano. Lo spumante va versato
delicatamente in modo che non produca troppa spuma. |
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Bicchieri
Per gli spumanti secchi il bicchiere più indicato è il
calice o la flûte meglio se allargati, ma sono ammessi anche
ampi bicchieri a tulipano. Gli spumanti dolci si gustano meglio in
una coppa, perché libera meglio gli aromi e la fragranza.
Le
bollicine
Tecnicamente si parla di "effervescenza", è la principale
caratteristica degli spumanti, la lunga e laboriosa tecnica ha lo
scopo di far si che il vino produca in modo naturale le "bollicine"
che si liberano nel momento in cui il vino viene versato.
L'esame quindi delle bollicine (il perlage) permette di valutare la
qualità dello spumante. Uno spumante di buona qualità,
quando viene versato nel bicchiere deve:
- presentare una spuma molto fine che deve svanire nel giro di
pochi secondi, ma deve formare un anello di spuma finissima attorno
al bicchiere, il cosiddetto "collare";
- le bollicine debbono essere molto piccole, persistenti ed essere
alimentate da quella che è detta "fontanella" (le bollicine
partono dalla parte a punta del bicchiere e sono spinte in
superficie come appunto lo zampillo di una fontanella).
Le
tipologie
La definizione millesimato "anno vendemmia" indica
se si sono utilizzate uve dello stesso anno di raccolta, anche se
di vitigni diversi. A seconda del residuo zuccherino gli spumanti
si classificano come: Pas Dosè fino a 2
g/litro di zucchero, Extra Brut,
Brut, fino a 15 g/l di zucchero; Extra
Dry, tra i 12 e i 20 g/l; Sec (Secco),
tra 17 e 35 g/l; Demi-Sec, tra 33e 50 g/l;
Doux (Dolce) oltre i 50 g/l. |
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Le
sigle
Ecco una panoramica delle sigle più
frequenti sulle etichette dei vini spumanti: doc
(denominazione d'origine controllata), definisce un'area di
produzione; docg (denominazione d'origine
controllata e garantita) indica un'area di produzione più
ristretta, minori rese per ettaro, speciali metodi di allevamento
del vitigno e di vinificazione; v.s.q.p.r.d., Vino
Spumante di Qualità prodotto in una Regione Determinata,
identifica un vino a denominazione di origine controllata (doc) o a
denominazione di origine controllata e garantita (docg) il cui
Disciplinare di produzione preveda anche la tipologia spumante,
stabilendone le modalità di produzione e le
caratteristiche. |
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I tipi di
spumante del Piemonte Teoricamente con i metodi
sopra indicati si può spumantizzare qualsiasi vino. Tra quelli
realizzati con il metodo Martinotti primeggia l'Asti docg prodotto
con uve moscato bianco di Canelli, tra quelli prodotti con il
metodo Classico primeggiano gli spumanti realizzati con uve Pinot
nero e/o Chardonnay che ogni azienda commercializza con propri
nomi.
Produzione di spumanti in Italia e in Piemonte
In Italia annualmente si producono circa 280 milioni di bottiglie
di spumante, 150 milioni sono destinati al mercato nazionale e 130
milioni all'esportazione. Il Piemonte produce all'incirca la
metà di tutto lo spumante nazionale suddiviso in base alle
annate e alle rese come segue:
- da 70 a 80 milioni di bottiglie Asti docg
- da 50 a 60 milioni di bottiglie tra Brachetto
d'Acqui docg, Alta Langa doc, e altri spumanti, sia brut che dolci,
prodotti con il metodo Classico o con il metodo
Martinotti. |
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La
capsula È un piccolo disco metallico
inserito tra il tappo e la gabbietta che è la struttura in
filo di ferro che fissa il turacciolo al collo della bottiglia. E ?
stato inventato più di 160 anni fa da Adolphe Jacquesson e
serve ad evitare che il sughero sia danneggiato dal filo di ferro.
Negli anni la capsula è diventata oggetto pubblicitario e da
collezione. Esistono associazioni di appassionati raccoglitori in
tutto il mondo. in Italia la più nota è CCC (Club
Collezionisti Capsule) che pubblica anche una rivista e organizza
mostre, esposizioni e scambi. (http://utenti.lycos.it/cccapsule/)
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Curiosità
Il botto
Il "botto" in passato era tollerato anche dai più rigidi
sommelier oggi non è più di moda e può rappresentare
un pericolo, se proprio lo si vuol fare va fatto con attenzione.
Oggi si consiglia di aprire gli spumanti silenziosamente per
evitare cadute di pressione.
Perché tante parole francesi
Nella terminologia legata al metodo Classico
vengono ancora oggi utilizzati moltissimi termini tecnici francesi.
Molti visitatori si interrogano sulle motivazioni, le quali sono
essenzialmente due:
- il metodo è nato in Francia nel
XVIII° secolo nella zona della Champagne e fino al 1932 anche
in Italia il vino prodotto con questo metodo era detto Champagne.
Fino alla fine degli anni ottanta il metodo di spumantizzazione era
chiamato Champenoise, è quindi normale che il gergo tecnico
sia stato utilizzato anche in Piemonte;
- va ricordato che nell'Ottocento in Piemonte si
parlava la lingua piemontese in tutte le classi sociali e la stessa
lingua ha una stretta analogia con il francese. I cantinieri non
ebbero quindi difficoltà ad utilizzare questi termini
familiari alla propria lingua. |
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