Note storiche
Ultimo aggiornamento: 1 dicembre 2022, 16:34
Canelli
(Cannetum, Canellae)
Ancora oggi, come in passato, il nucleo storico della città è diviso in due: <<Villanuova>> aggrappata alla collina e il <<borgo>> che si estende ai suoi piedi. Col tempo il <<borgo>> si è ampliato ed espanso lungo il torrente fino a diventare un moderno centro enologico.
La collina di <<Villanuova>> ha conservato intatta l'impronta urbanistica medievale; infatti è ancora leggibile, nell'assetto viario del rione, l'andamento ellittico della cortina muraria primitiva, mentre gli importanti edifici fortificati sono stati quasi completamente distrutti nel corso delle varie guerre. Sparsi, sono ancora visibili i resti delle possenti fortificazioni che avevano protetto questo importante luogo di confine.
"Aveva già un forte castello posto sur un'eminenza per modo che da niun punto era dominato, e tutta esso dominava la terra, la quale da una parte era cinta di grosse mura, e dall 'altra le case le facevano riparo...".
(G. Casalis, Dizionario geografico-storico...., Torino 1836)
Sulla cima della collina è situato ancora oggi il castello. Per accedere al complesso si sale lungo un percorso pedonale, che è lo stesso che permetteva l'accesso alle fortificazioni partendo dal "borgo": arrampicandosi da piazza S. Tommaso, per ripide stradine selciate, si giunge sino alla piazza S. Leonardo, dove si affacciano le chiese barocche di S. Leonardo e di S. Rocco; dopo essere passati in luoghi che conservano intatto il fascino del passato e dai nomi curiosi: "la Stèrnia" la strada selciata che sale a Villanuova, "Ij Piagg" porta di accesso in cui si pagava il pedaggio, "El fort" luogo in cui sorgeva un posto di guardia fortificato, "el Pissocc" antica strada di accesso carrabile al recinto di Villanuova.
Dalla piazza S. Leonardo un ripido selciato porta direttamente ai piedi del castello, dove si trovava l'antico accesso; la zona è denominata <<Costa Belvedere>>, ed in effetti da questa prospettiva si ha un incantevole panorama.
Tra il X e l'XI secolo esisteva già un'estesa rete commerciale facente capo ad Asti, e comprovava la presenza di un sistema viario attraverso cui si svolgevano i traffici mercantili.
Proprio per la difesa di una di queste rotte commerciali sorse, presumibilmente agli inizi del XI secolo, un Castrum a Canelli col compito di difendere le strade che risalendo la Valle Belbo conducevano ai porti di Savona e Vado.
Il controllo totale di Canelli sarà raggiunto nel 1237 per far fronte alla "Villanova Niciae" da poco fondata dagli alessandrini.
Il grande Castrum, verso la fine del XIII secolo, subisce profonde trasformazioni: al Comune di Asti, che lo controlla tramite un castellano, interessano principalmente le sue strutture difensive; decadono presto gli edifici nobiliari che lo caratterizzavano nei tempi precedenti.
Verso il terzo decennio del XIV secolo il Castrum è ormai trasformato in "Villaforte" detta anche "Villanuova", perché solo da pochi anni l'elemento popolare canellese aveva riempito gli spazi lasciati vuoti dalle famiglie nobiliari. Dell'antico complesso rimangono, all'epoca, le mura solide ed efficienti ancora nel XVII secolo ed il "palacium veterum" con torre, sede del castellano e delle guarnigioni. La "Villanuova" rappresenterà un polo di grande importanza per l'assetto urbanistico canellese, e sarà, fino al secolo scorso, il contraltare del "borgo" sviluppatosi ai piedi della collina. Le mura dell'antico Castrum, delle quali rimane qualche tratto, o quanto meno le ricostruzioni succedutesi nei secoli, si articolano su due porte: la porta di Mezzo, chiusa ed interrata alla fine del XVII secolo per costruire il sagrato della nuova chiesa di San Leonardo, e la porta dell'Anitra, sotto il Castello.
Gli Asinari, acquistato il feudo di Canelli nel 1335, non modificarono l'assetto del castello, ma i loro successori, gli Scarampi, sensibili al fascino della civiltà rinascimentale, apportarono importanti migliorie e "ammodernamenti" tra il XV e il XVI secolo, di cui rimangono eloquenti frammenti scultorei ed architettonici miracolosamente pervenuti sino a noi.
Il Castello, con le sue fortificazioni, verrà in gran parte smantellato nel 1617, ma alcune strutture devono essere rimaste inglobate nelle ricostruzioni successive.
Così il Ghilini narra il fatto: "...la presa di questi luoghi diede occasione al Marchese di Mortara di abbandonare Canelli e ritirare la sua gente dalle Langhe... e poscia alli 20, giorno di San Bernardino, diede ordine che si facesse una mina al castello di esso luogo... spettacolo veramente degno di compassione, poiché quel castello per bellezza e fortezza potevasi pareggiare a qualsiavoglia altro, e aveva tutte le qualità ed eccellenze che possono fare egregio e segnalato un luogo: tra le altre delizie che lo rendevano meraviglioso era particolare il giardino, d'ogni sorta di frutti e di delizie copioso..."
L'opera di ripristino iniziò subito e già prima del 1626 "esso luogo in questi momenti di guerra si è fortificato, et si sono reparate le muraglie attorno" .
Il castello, secondo il Vergano, venne riedificato a partire dal 1676 ad opera di uno degli ultimi Marchesi Scarampi Crivelli; anche se più che di una riedificazione si trattò di un "restauro", con abbellimenti, operato sulle riparazioni eseguite dopo i danni del 1617.
Interessante è la descrizione del castello, eseguita all'atto della consegna ai Galleani, che, paragonata alle piante dei lavori di restauro operati dall'architetto Midana, negli anni 1929-30, pare confermare che il castello giunto sino a noi sia quello seicentesco. Questa è la descrizione: "Castello consistente in una grotta al piano terreno, cucina con tre stanze al di sopra, mezzo rovinate dai soldati francesi; salone a sei stanze al piano nobile e altre sei stanze all'ultimo piano...".
Il complesso nel 1929 venne acquistato dalla Famiglia Gancia e nel 1930 l'arch. Arturo Midana fu incaricato della sua ristrutturazione. Il progetto dell'architetto comportò l'aggiunta di due ali alla pianta quadrata originale, attribuendo al castello un rigore simmetrico ed allo stesso tempo un richiamo agli antichi torrioni. Nei due nuovi corpi trovano collocazione prevalentemente appartamenti e servizi, lasciando in questo modo pressoché intatti gli altri vani originari.
Gli intenti del Midana furono quelli di attribuire al castello lo stile della fine del '600, e fu così pure per gli interni, dove un'attenta ricerca per gli arredi dell'epoca dona ai locali una armoniosa varietà di ambienti; le decorazioni del pittore Olindo e numerosi stucchi policromi a soffitto sono anch'essi in stile seicentesco.
Importante fu la sistemazione esterna delle aree circostanti; la creazione del giardino all'italiana riporta infatti l'edificio agli splendori seicenteschi, come il Ghilini riferisce nei suoi scritti; la portineria, ricavata dal terreno scosceso verso strada, è armoniosamente collegata ad una piccola cappella esistente. Al lato opposto un vecchio fabbricato fu adattato dal Midana ad uso autorimessa.
Il risultato ottenuto è di un rigoroso rispetto per quello che poteva essere il castello prima che le truppe spagnole lo smantellassero.
Cronologia storica X - XVIII secolo
- X secolo
961 circa
Il nome di Canelli compare per la prima volta nell'elenco delle Corti Regie esistenti in Piemonte con l'appellativo "civitas" e con funzioni di epicentro di un sistema di sfruttamento fondiario.
992
19 luglio: l'imperatore Ottone III concede ai mercanti astigiani "...licentia negotiandi ubicumque velint sine contraditione alicuius hominis... ".
Il diploma dimostra come tra i secoli X e XI esistesse già una estesa rete commerciale facente capo ad Asti; comprova quindi la presenza di un sistema viario attraverso cui si svolgevano i traffici mercantili.
- XI secolo
Inizio secolo
Per difendere una delle predette rotte commerciali, sorge un castrum a Canelli, col compito di difendere le strade, che risalendo la valle del Belbo, conducevano ai porti di Savona e Vado.
Il castello viene edificato sulla sommità del colle detto poi di "Villanuova", a dominare l'antica corte Ottoniana.
1070
Il Vescovo di Acqui, Guido, concede a Gandolfo di Canelli e ai suoi figli di edificare nel castello di Canelli una chiesa in onore di S. Michele.
- XII secolo
1156
Il Papa Adriano IV conferma ai canonici di Acqui i diritti della loro chiesa tra i quali il censo della chiesa di San Tommaso di Canelli.
1154
Ansaldo di Canelli vende a favore della chiesa di S. Leonardo di Canelli due pezze di terra situate in prossimità della chiesa stessa al prezzo di otto denari genovesi.
1198
Gli uomini di Canelli e del suo consortile fanno pace con gli Astigiani e gli Alessandrini.
- XIII secolo
All'interno del castello sorgono diversi edifici di carattere difensivo od abitativo. Sono documentate l'esistenza di un "palacium veterum", di una "turris magna", di una "turris Surdini" e di una "turris Balborum" e di "duos castellos" tra cui scorreva la via pubblica, di due torri inferiori ed una "turris metanae", nonché di alcune "camminate", cioè edifici d'abitazione confortevoli e dotati di camini per riscaldamento.
1203
I conti d'Acquesana, fra cui molti Signori di Canelli, cedono ad Alessandria "contile, loci vel forciam".
1217
Viene ratificata la vendita di Canelli e del suo Consortile fatta al Comune di Asti.
Il Comune di Asti investe i signori di Canelli di quanto hanno venduto a detto Comune in Canelli e negli altri luoghi del Consortile.
Parecchi Signori di Canelli vendono al Comune di Alessandria quanto posseggono in Canelli.
1223
Gli ambasciatori del Comune di Milano promettono a quello di Asti che il Comune di Alessandria osserverà i patti stipulati con esso, tra cui che quanto Asti ed Alessandria posseggono in Canelli ed altrove, per dono o per vendita, rimanga al Comune che attualmente lo possiede.
1227
Il Comune di Milano, arbitro eletto dalle parti, sentenzia che Asti debba restituire Canelli ad Alessandria.
1232
L'imperatore Federico Il cassa la sentenza arbitrale pronunciata dal Comune di Milano ed ordina che Canelli sia restituito dal Comune di Alessandria al Comune di Asti.
- XIV secolo
Le lotte tra Guelfi e Ghibellini contribuiscono al degrado del castrum: decadono gli edifici nobiliari che un tempo lo caratterizzavano; ed il comune di Asti si interessa solamente alle strutture difensive del castello.
1303
I ghibellini astigiani, dopo la cacciata dei guelfi Solaro, donano il Castello di Canelli a Raimondo d'Incisa, quale ricompensa per l'aiuto ad essi fornito.
1304
I De Castello, ghibellini astigiani, scacciati dalla città per opera dei Solaro, si rinserrano in alcuni castelli tra cui Canelli.
1307
Il canellese è teatro di sanguinarie battaglie tra Solaro e De Castello, culminate con la distruzione del "castrum" di Moasca.
1310
Giacomo di Incisa rimette a Enrico VII la parte del castello di Canelli avuta in pegno dal Comune di Asti a garanzia di un suo credito.
1313
Enrico VII investe Amedeo V, della città e della contea di Asti con le sue dipendenze, tra cui Canelli.
Enrico VII ordina al Comune di Canelli di ubbidire al Conte Amedeo V, conte di Savoia, conte di Asti.
Enrico VII ordina a Raimondo d'Incisa di consegnare ad Amedeo V, conte di Savoia, il castello di Canelli.
1335
Il Comune di Asti, con l'assenso della Società del Popolo, vende Canelli, con castello e fortificazioni, ad Alessandro e Bonifacio Asinari.
Vengono redatti gli Statuti di Canelli, con molte informazioni riguardanti l'assetto urbanistico e difensivo del Comune.
1382
Antonio Asinari ed i suoi figli Secondino ed Alessandro, con altri Signori, chiedono di essere rimessi in patria e reintegrati dei loro beni, tra cui Canelli.
Amedeo V, Conte di Savoia e di Asti, investe Antonio Asinari ed i suoi figli, del castello di Canelli e del suo territorio.
1388
Gian Galeazzo Visconti costituisce in dote a Valentina (sposa a Luigi d'Orléans) la contea di Asti e le sue pertinenze, tra cui Canelli, tenute da Antonio Asinari.
- XV secolo
Molte notizie e citazioni inedite riguardanti Canelli ed il suo castello sono contenute nei "fondi Orleanesi", cioè i conti dell'amministrazione astigiana dei Duchi d'Orléans.
1406-1407
Il tesoriere di Asti per il Duca Luigi d'Orléans registra la spesa per lo stipendio di due successivi castellani di Canelli.
1413
Sigismondo, re dei Romani, investe Carlo, Duca d'Orléans, della città di Asti e delle sue terre tra cui Canelli.
1422
Sentenza arbitrale tra Lodovico Scarampi, castellano di Canelli, e Pietro di Masio, castellano di Nizza, circa la lite scoppiata tra i due Comuni per i confini.
1462
Gli Asinari recedono, al rappresentante del Duca d'Orléans, Canelli ed il suo territorio, del quale erano stati investiti nel 1447 contro pagamento di 3.000 ducati d'oro. Il rappresentante del Duca investe di Canelli e del suo territorio Rinaldo Scarampi dei Signori di Cairo e i suoi due figli, Nicolò e Ludovico, dietro pagamento della somma di 9.000 ducati d'oro.
1463
Il tesoriere di Asti, per il Duca d'Orléans, dichiara di non aver esatto nulla dei redditi di Castagnole perché il Duca li ha assegnate ai fratelli Antonio e Pietro di Ceva, anche per le riparazioni fatte al castello.
- XVI secolo
1530
L'imperatore Carlo V investe i fratelli Nicolò e Ludovico Scarampi di Canelli, con diritto di primogenitura e titolo di Conti.
1531
L'Imperatore Carlo V concede alla Duchessa Beatrice di Savoia, la contea di Asti, compresa Canelli, con diritto di trasmissione al primogenito.
1554
Ludovico Scarampi dichiara di volere che il privilegio da lui ottenuto, unitamente al fratello Nicolao, dall'imperatore Carlo V nel 1530 con cui abilita le femmine da essi dipendenti alla successione del contado di Canelli, debba avere il suo intiero effetto. Revoca quindi qualsiasi detto o scritto in contrario.
Margherita Duchessa di Mantova conferma le concessioni già prima per esse fatte in favore di Ludovico Scarampi di Canelli, relativa all'adozione, subinfeudazione ed istituzione di primogenitura che detto Ludovico fece in favore di Ambrogio Antonio Crivelli, suo nipote ex fllia. Tutto ciò per quanto riguarda i feudi posti nel Monferrato.
1556
Il Duca Emanuele Filiberto investe il Conte Ambrogio Antonio Scarampi della metà del contado di Canelli e altri luoghi.
1560
L'imperatore Ferdinando conferma con diploma le concessioni fatte nel 1530 (dall'Imperatore Carlo V) in favore di Nicolao e Ludovico Scarampi, mediante le quali veniva eretto in primogenitura e contado il luogo di Canelli e altre terre.
1575
Il Duca Emanuele Filiberto concede metà del contado di Canelli al Conte Ambrogio Antonio Scarampi.
- XVII secolo
1600
Nuova presa di possesso della metà di Canelli del Marchese Ambrogio Antonio Scarampi Crivelli dopo la morte della Dama Francesca Maria Scarampa Valperga.
1601
Il Duca Carlo Emanuele investe il Conte Ambrogio Antonio Scarampi Crivelli della metà del contado di Canelli, pervenutogli per la morte della Dama Francesca Maria Scarampa Valperga.
1613
Nell'ambito della guerra per la "successione del Monferrato" le truppe del Duca di Nevèrs assediano le fortificazioni canellesi. Dopo una cruenta battaglia gli assalitori fuggirono respinti dalle poche truppe savoiarde aiutate in modo determinante dalla popolazione. Il Duca Carlo Emanuele I per riconoscenza esenta i canellesi dal pagamento delle tasse per 30 anni.
1615
Il Duca Carlo Emanuele concede l'investitura del marchesato di Canelli a Carlo Emanuele Scarampi Crivelli.
1616
Il giorno 9 ottobre Canelli è assediata dalle milizie spagnole al seguito del Marchese di Mortara. Il giorno 11 Canelli cede ai nemici che si insediano nel castello ed imprigionano il Marchese Carlo Emanuele Scarampi Crivelli. Le truppe spagnole restarono in Canelli fino al Maggio del 1617.
1617
Gli spagnoli smantellano le fortificazioni di Canelli, l'opera di distruzione dura dal 9 al 19 maggio; il giorno 20 viene minato il castello e fatto esplodere, ma la distruzione non è totale, tant'è che l'opera di ripristino ha inizio prima del 1626 "...esso luogo in questi momenti di guerra si è fortificato, et si sono reparate le muraglie attorno...".
1634
Il Duca Vittorio Amedeo I concede l'investitura del marchesato di Canelli e altre terre ad Alessandro Scarampi Crivelli.
1658
Il Duca Carlo Emanuele II concede l'investitura del marchesato di Canelli e altre terre ad Alessandro Scarampi Crivelli. Il castello viene saccheggiato dalle truppe allemanne guidate dal conte di Schenfort.
1671
Transazione circa la spettanza dei beni feudali lasciati dal fu Alessandro Crivelli Scarampi Marchese di Canelli.
1685
Il Marchese Carlo Antonio Crivelli Scarampi di Canelli dona tutti i suoi beni feudali ed allodiali a Sua Altezza Reale.
1695
Il Conte Carlo Alessandro del Cairo si oppone al passaggio alla Reale Camera dei Conti dei feudi del Marchese Carlo Antonio Scarampi Crivelli.
- XVIII secolo
1706
La Regia Camera dei Conti assegna il feudo di Canelli ai Galleani di Barbaresco. Il primo Galleani ad esserne investito fu Giangirolamo.
1727
Il Conte Gianfrancesco Galleani viene investito dal feudo di Canelli.
1745
Giovenale Battista Galleani viene investito del feudo di Canelli.
1779
Il feudo di Canelli passa a Giulio Camillo Galleani che muore nel 1810.
Con la Signoria dei Galleani ha termine ogni ragione feudale sul castello e sui beni ad esso appartenenti. Annullati i privilegi feudali il castello passa in possesso a privati.
Il primo privato cittadino ad acquistare il castello fu il canellese Conte Bellini, passò poi alla famiglia Parone e da questa alla famiglia Sardi. Da Gaspare Sardi il castello passò al senatore Vincenzo Berolini, i cui eredi lo cedettero al Grand. Uff. Camillo Gancia che negli anni 1929-30 lo fece restaurare dall'architetto Arturo Midana.